Povertà, la lezione di Vandana Shiva “Salvare la terra dall’aparthied ambientale”

Fare pace con la terra per combattere la crisi. Resistere al potere delle multinazionali e alla devastazione dell’ambiente, che porta povertà e ingiustizie. Da tempo Vandana Shiva, combattente per la biodiversità, è una delle più importanti testimonial della lotta contro quello che definisce “il saccheggio delle risorse naturali a scapito delle popolazioni locali”, una linea di pensiero ispirata a Gandhi il quale sosteneva che “la Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di alcune persone”.

In Italia per partecipare a una serie di convegni, a pochi giorni dalla Giornata mondiale della terra il 22 aprile, racconta quello che definisce “apartheid ambientale”, un fenomeno che “sta facendo precipitare il pianeta verso una situazione di non ritorno”. Il rischio è: ricchezza per pochi e povertà per molti.
“Parlo di apartheid perché il significato di questa parola è separazione. Nell’ecoaparthied c’è separazione dell’uomo dalla terra. E’ un sistema che separa in modo violento, con la forza, le comunità dalle loro risorse. E’ il land grab, ma c’è anche il grab, la separazione, da altre risorse come l’acqua, i minerali…”.

via Repubblica.it

“L’acqua serve per mangiare” – Repubblica.it

Il 20 per cento del cibo che serve alla nostra sopravvivenza dipende da una razione extra di acqua. Ma i consumi crescono e le risorse non bastano più.  Ne parlano i rappresentanti di 150 Paese dal 12 al 16 marzo.

“Il tema centrale dell’appuntamento di Marsiglia è proprio questo, l’acqua e la sicurezza alimentare, perché la sicurezza del cibo è sempre più legata alla disponibilità di acqua”, spiega Pasquale Steduto, responsabile Fao per la questione idrica. “Per uscire dal tunnel in cui siamo finiti bisogna tagliare gli sprechi. Quindi migliorare le tecnologie di uso dell’acqua. E abbattere lo spreco del cibo: ne buttiamo tra il 30 e il 50 per cento. Buttando, assieme al cibo, l’enorme quantità di acqua che è servita per produrlo”.

via – Repubblica.it

Non solo droga: ora i narcos rapinano anche fagioli e mais – Corriere.it

Cocaina, «erba», anfetamine. La droga è il prodotto principale dei cartelli messicani. Ma c’è anche dell’altro. I narcos di Sinaloa, guidati da El Chapo, da oltre un paio di anni si dedicano al furto di mais e fagioli. In quantita’ industriali. Bande armate si sono specializzate nell’assalto ai tir che trasportano granaglie o legumi: infatti c’è una grande domanda per elementi chiave dell’alimentazione locale e i prezzi sono in rialzo, dunque per le gang e’ un grande affare.

via Corriere.it

E’ contro l’ambiente e la salute In Bolivia chiude Mac Donald’s

In Bolivia coscienza sociale e ambientale sono decisamente superiori che in altre nazioni, ma chi la conosce meglio non pensa che il fallimento di McDonald’s sia solamente di carattere ideologico. È vero, in Bolivia sono i movimenti sociali ad esprimere la maggioranza di governo, ricorda dal suo blog il giornalista Gennaro Carotenuto, profondo conoscitore dell’America latina, ma “la grande coscienza dell’impatto ambientale, sindacale, umano, verso il tema” non spiega tutto nemmeno nel Paese andino. “McDonald’s non è rifiutato per motivi politici, ma per più sedimentati motivi culturali”, scrive Carotenuto: “L’ideologia del fast-food sarebbe l’antitesi della naturale cultura dello slow food boliviana, dove il tempo di preparazione, e la condivisione di questo, è tanto importante come l’atto del mangiare in sé”.

via Il Fatto Quotidiano

Fame nel mondo: nel 2050 sarà una catastrofe. Gli scienziati propongono come salvare il pianeta e l’umanità | Il Fatto Alimentare

Su un dato, al di là di differenze di opinione (talvolta abissali), i ricercatori che si occupano di ambiente e sostenibilità sono tutti d’accordo: presto, molto presto non ci sarà più cibo per tutti. La catastrofe arriverà attorno al 2050 se allora, come prevedono i demografi, la popolazione sfiorerà i 9 miliardi, e probabilmente anche in caso di un rallentamento della crescita.

via Il Fatto Alimentare.

FAO, la fame e i prezzi degli alimenti “Incrementare la produzione agricola” – Repubblica.it

Il rapporto della Fao rilancia l’allarme alla vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione (il 16 ottobre). Il rischio maggiore lo corrono i piccoli paesi, dipendenti dalle importazioni, specie quelli africani. Molti stanno ancora pagando le gravi conseguenze della crisi alimentare e di quella economica del 2006-2008. La possibilità che si vanifichino gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di sviluppo del millennio per il 2015

via – Repubblica.it.

Fao, i prezzi alimentari sono alti e instabili Scarsa la raccolta delle principali colture – Repubblica.it

I prossimi mesi saranno cruciali per determinare l’andamento delle principali coltivazioni. Sebbene le prospettive siano incoraggianti per alcuni paesi (Federazione Russa e l’Ucraina) condizioni meteorologiche incerte – scarse precipitazioni in alcune zone e piogge troppo abbondanti altrove – potrebbero avere conseguenze negative sulla produzione di mais e di grano in Europa ed in Nord America

via Repubblica.it.

“Coltivare cibo per tutti si può” – Repubblica.it

Ora viviamo in un paradosso: mentre c’è più fame, nel mondo si produce più cibo che mai. Ma crisi di questa portata quasi sempre danno luogo a cambiamenti. Occorre saper intercettare questo cambiamento e disegnare la strada verso una nuova prosperità. Le tre scelte da compiere e gli esempi positivi da seguire

Oxfam, una sfida piena di speranza “Coltivare cibo per tutti si può” – Repubblica.it.

URGENCI

URGENCI = An Urban – Rural Network: Generating new forms of Exchange between CItizens.

E’ una rete internazionale di comunità (cittadini-consumattori, agicoltori, attivisti, policy makers) che supportano l’agricoltura con lo scopo di promuovere la sovranità alimentare.

http://www.urgenci.net

Per una Politica Agricola e Alimentare Comune sana, sostenibile, giusta e solidale| Nyeleni Europe

La Politica Agricola Comune (PAC) attuale è in discussione in vista della sua riforma prevista per il 2013. Dopo decenni di dominazione delle imprese transnazionali e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) sulle scelte di politica agricola ed alimentare, è arrivato il momento per la popolazione europea di riappropriarsi della propria politica agricola ed alimentare: è l’ora della sovranità alimentare. Noi crediamo che una nuova Politica Agricola e Alimentare Comune debba garantire e proteggere uno spazio di cittadinanza nell’UE e nei paesi candidati e la possibilità e il diritto di definire i propri modelli di produzione, di distribuzione e di consumo, partendo dai seguenti principi.

viaNyeleni Europe