Orti urbani: dal 2011 sono triplicati – Il Fatto Quotidiano

Tre anni fa accidenti, è così tanto che scrivo qui? Troppi, dirà qualcuno dedicai un post a quelli che un tempo erano definiti “orti di guerra” e oggi sono semplicemente “orti urbani”, che non crescono in fregio alle traversine delle ferrovie o sulle scarpate delle tangenziali, ma alle periferie delle città, su terreni demaniali, concessi in comodato ai cittadini.Ebbene, proprio dal 2011 in cui scrissi il post, in Italia all’estero il fenomeno è spesso più risalente e radicato che non da noi gli orti urbani si sono triplicati in estensione, raggiungendo i 3,3 milioni di metri quadrati. Essi sono quasi tutti dedicati all’orticoltura, molto meno al giardinaggio.

viaOrti urbani: dal 2011 sono triplicati – Il Fatto Quotidiano.

One planet food – Sito dedicato all’impatto dell’alimentazione sul Pianeta

BENVENUTO SU ONEPLANETFOOD, la piattaforma WWF dedicata all’alimentazione sostenibile, per aiutare cittadini, imprese e istituzioni ad adottare modelli alimentari a basso impatto ambientale e a migliorare il rapporto del cibo con il Pianeta. Leggi gli approfondimenti, partecipa alle nostre iniziative e segui i consigli pratici per coltivare un orto urbano, cucinare menù green, fare una spesa sostenibile e tanto altro. La sfida da vincere è nutrire i 7 miliardi di persone che siamo sul Pianeta (e i 9 che saremo fra 30 anni) e farlo in maniera sostenibile. 
One planet food – Sito dedicato all’impatto dell’alimentazione sul Pianeta.

Multi-million pound boost for British food industry as public sector told to buy local

The UK government has announced a new and improved food and drink buying standard, which means from 2017 central government will commit to buying local produce. Overall, up to £400 million could be spent on food and drink sourced from the UK.

Currently, government, hospitals, schools and other public sector organisations in the UK spend £1.2 billion every year on food and drink. Up to £600 million of that is spent on imported produce, meaning £400 million could be put into the economy and support farmers if food and drink is sourced locally.

The new guidelines are published in The Plan for Public Procurement by the Department for Environment, Food and Rural Affairs (Defra)

Multi-million pound boost for British food industry as public sector told to buy local.

The New Face of Hunger – National Geographic

The New Face of Hunger – National Geographic.

Scuola, arriva a Cinquina la prima mensa a metri zero. E i bimbi diventano contadini – Repubblica.it

Alla periferia di Roma materie prime e prodotti sulla tavola di una materna ed elementare direttamente dalla Riserva della Marcigliana. Una volta al mese gli alunni impareranno il mestiere e giocheranno nell’ “orto-scuola”

viaScuola, arriva a Cinquina la prima mensa a metri zero. E i bimbi diventano contadini – Repubblica.it.

Buying Local Food — On Your Phone – Modern Farmer

Perhaps somewhat counterintuitively, the logistics of getting local food to local eaters can be daunting. It’s precisely the kind of problem that information technology is made to fix. But thanks to a lack of capital and reticence on the part of farmers, it hasn’t happened yet

viaBuying Local Food — On Your Phone – Modern Farmer.

La Stampa – Vent’anni di cibo attraverso le pubblicità

Palazzo del Governatore di Parma ospita fino al 15 giugno la mostra dal titolo Il Cibo Immaginario. 1950- 1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola, ideata e curata da Marco Panella e prodotta da Artix in collaborazione con Coca-Cola Italia, Gruppo Cremonini e Montana.

Un’esposizione interessante e allo stempo curiosa che vuole testimoniare come le réclame di un ventennio importante come quello della ripresa economica, possano rimanere impresse nell’immaginario collettivo e raccontare la storia di quello che da sempre accomuna tutti gli italiani: il cibo.

viaLa Stampa – Vent’anni di cibo attraverso le pubblicità.

NextDoorhelp: il social network italiano contro lo spreco di cibo

Un social network per contrastare lo spreco di cibo, si chiama NextDoorhelp ed è stata ideata da tre giovani ingegneri italiani. Lo scopo dell’app è di unire all’uso tecnologico a un impegno civico di abbattimento dello spreco di cibo e alimenti, che rappresenta un forte problema della società consumistica in cui viviamo.

viaNextDoorhelp: il social network italiano contro lo spreco di cibo.

Educazione alimentare, Usa meglio dell’Italia, parola di Foodsitter | tofood.it

“La novità è che nella battaglia per un’alimentazione salutare e bilanciata l’Italia rischia di farsi superare proprio dagli Stati uniti – incalza Marcela – Qui si è dato tutto per scontato. Quante volte ho sentito dire che gli italiani mangiano bene e che possono insegnare al mondo come mangiare. Tutto vero. Ma intanto le giovani generazioni hanno abbandonato i modelli alimentari della dieta mediterranea e oggi siamo al punto che per avere sottovalutato il rischio, ci troviamo con bambini che mangiano male ormai anche in famiglia e a scuola e che diventano obesi e pieni di intolleranze”.

viaEducazione alimentare, Usa meglio dell’Italia, parola di Foodsitter | tofood.it.

Cibo, i rischi della globalizzazione alimentare – Cadoinpiedi

L’umanità fa sempre più affidamento su grano, riso e soia, seguite dalle coltivazioni di piante ad alto contenuto energetico: come le palme da olio e i girasoli, i cui derivati risultano utilizzati massicciamente a livello industriale. Sempre meno di frequente, invece, capita di imbattersi in campi di sorgo, miglio e segale. Dalla ricerca, condotta dai ricercatori dell’International Center for Tropical Agriculture, è emerso come l’omologazione delle diete in corso da almeno cinquant’anni stia avendo conseguenze negative anche sulla nutrizione e la sicurezza globale dei prodotti alimentari. L’uniformazione alla dieta occidentale in corso in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia sta infatti favorendo l’aumento delle malattie del benessere – dall’ipertensione al diabete, fino alla sindrome metabolica -, legate ai consumi eccessivi di cibi altamente lavorati

viaCibo, i rischi della globalizzazione alimentare – Cadoinpiedi.